Il talentuoso artista piemontese è senza dubbio uno dei più degni di nota del panorama pittorico emergente contemporaneo; le sue atmosfere metropolitane, i suoi spaccati di vita, non possono non far sentire l’osservatore come parte di un tutto, facendogli ricordare momenti vissuti e solo in apparenza dimenticati. Si forma come autodidatta Fausto Nazer seguendo quell’amore per il disegno grafico che solo in un secondo tempo si estende anche alla pittura, quella più realista, quella in cui l’occhio si sofferma sul conosciuto per poi vagare nel ricordo emotivo. Fin dai primi dipinti, quelli più legati al paesaggio che vive e vede ogni giorno, emerge una spiccata sensibilità attraverso la quale riesce a dar vita e anima a tramonti, nevicate, scorci, che con il suo tocco sembrano muoversi lievemente e dolcemente;
solo in un secondo tempo si apre al ritratto ma, soprattutto, alle scene cittadine in cui sembra muoversi più agevolmente, riproducendo fermi immagine che catturano quell’attimo di eterno che subito dopo si dissolve. Ciò che contraddistingue in maniera incisiva i dipinti di Nazer è però un elemento che nell’immaginario comune è collegato a uno stato d’animo malinconico, la pioggia, laddove con lui è invece momento di purificazione, di rinascita, cornice di un cambiamento sempre in atto e, in ogni caso, compagna di viaggio di amanti, di business men, di donne che attraversano la strada, distratte, assorte nei loro pensieri e nella loro quotidianità mentre lei, la pioggia, agisce silenziosa e compie la sua lenta rivoluzione intorno all’umano. Essere umano che sente, vive, riflette, respira, assorto nelle sue debolezze, a cui non resta che arrendersi alla natura, nonostante cerchi di domarla e a volte dominarla, oppure proteggersi da lei con ombrelli, anch’essi elemento fondamentale dei lavori di Fausto Nazer.
L’elemento acqua è superficie riflettente dei notturni scorci di città, dove le luci dei grattacieli e dei fari delle automobili si specchiano nelle strade bagnate, dove le persone sono lì, moltitudine nella singolarità, e di cui non è importante vedere i volti perché ciò su cui l’artista vuole porre l’accento è il corpo immerso nell’atmosfera urbana, quella che sa di bagnato, quella in cui l’odore dei marciapiedi si mescola a quello della pioggia che batte e pulisce, quella che diventa compagna nella solitudine del momento necessario per comprendere se stessi. La produzione dell’ultimo anno si è spostata dal colore tenue, sfumato - usato per sottolineare l’importanza dell’essenza piuttosto che della forma, di una sostanza in cui ciò che è fondamentale non è il dettaglio bensì l’insieme che dona vita a un frangente emotivo, quella frazione di emozione che solo lo sguardo sensibile dell’artista può essere capace di immortalare prima che fugga via per sempre -, e ha raggiunto quasi il bianco e nero lasciando il colore solo ad alcuni dettagli, quelli che catalizzano l’attenzione come un trompe l’oeil, quasi un guizzo veloce che spezza la realtà circostante per incantare con un particolare e poi lasciare che l’occhio vaghi lento sul resto della scena.
Questo sembra essere, quasi inconsciamente, il messaggio di Nazer, un’esortazione a vivere l’attimo, a vivere il qui e adesso, anziché correre incessantemente dietro un dopo che si perde aspettando il successivo. È proprio qui che si nasconde il pensiero più profondo dell’artista, quello che ama le piccole cose, che apprezza la natura per come è e che estende questa ricerca di naturalezza anche nella modernità, nella complicata contemporaneità cittadina che molti di noi si trovano a vivere, nelle pareti di asfalto e cemento che costituiscono nuovi paesaggi a contornare le esistenze comunque immerse in antiche emozioni, quelle che da sempre fanno parte dell’essere umano.
Il percorso artistico di Fausto Nazer è stato un crescendo: vincitore di diversi premi di pittura, nel corso degli anni ha partecipato a moltissime importanti collettive in Italia, ma è all’estero, in particolare in Argentina, che il suo particolare stile conta i maggiori estimatori e collezionisti. Un cammino partito dall’antica tecnica dei Macchiaioli, che lo ha visto gradualmente maturare uno stile raffinato, contemporaneo e al tempo stesso romantico, in cui le veloci e piccole pennellate definiscono struggenti gocce di pioggia che diventano protagoniste ma anche cornice di tutta la vita che c’è in mezzo. Un artista senza dubbio notevole che farà parlare di sé nei prossimi anni.